Ma cosa significa tutto ciò?
Se in un condominio vi è il solito "furbetto" che non paga le quote condominiali, l'amministratore è ormai obbligato entro i sei mesi dall'approvazione dei bilanci ad agire nei confronti dei morosi per il recupero delle suddette quote.
Spesso però risulta difficile riuscire in concreto a recuperare il credito per le vie legali, sono infatti decine i metodi adottati dai furbetti per eludere le azioni giudiziarie (decreto ingiuntivo) o per allungare i tempi del pagamento.
Nel frattempo dunque il condominio con mancanza di cassa non può soddisfare tutti i pagamenti, e i ritardi si trasformano in more onerose ed espongono il condominio a ricevere ingiunzioni di pagamento da parte dei fornitori.
La giurisprudenza ha reintrodotto dunque il il principio della solidarietà passiva, e cioè che i fornitori, creditori del condominio, dovranno agire nei confronti solo ed esclusivamente dei condomini, i cui dati sono stati forniti loro dall'amministratore, che risultano in ritardo con i pagamenti. Purtroppo tutto ciò non esonera i buoni pagatori da rischi di vedere il loro patrimonio pignorato, qualora infatti i creditori non riescano a recuperare il loro credito potranno successivamente agire nei confronti della rimanenza del condominio.
Pertanto spetterà all'amministratore dover ripartire in proporzione al valore millesimale dei singoli condomini, le quote ingiunte e non recuperate. I condomini saranno dunque costretti ad anticipare soldi per conto dei furbetti del palazzo e a sopperire la mancanza degli altri condomini, con la speranza un giorno di riuscire a recuperare il loro anticipo.
Nessuno è più al sicuro! In pratica anche i condomini puntuali e scrupolosi nei pagamenti saranno soggetti a rischio di recupero forzato del credito, ma solo dopo che il creditore abbia agito nei confronti dei condomini morosi e che il tentativo non sia andato a buon fine.
Di certo non si tratta di una pratica equa e giusta nei confronti dei condomini che si sono sempre prodigati a saldare puntualmente le proprie quote, e proprio per questo la giurisprudenza dovrebbe sopperire a questa mancanza prendendo delle contromisure molto ferree nei confronti dei morosi, ma a tutt'oggi le cose non stanno così.
L'unico provvedimento applicabile nei confronti dei morosi è che questi ultimi, avendo protratto il mancato pagamento per almeno sei mesi, si vedranno sospendere nei loro confronti la fruizione dei servizi comuni suscettibili di godimento separato.
Dovremo quindi installare scanner delle impronte digitali per l'utilizzo di ascensori, luci scala, cancelli elettrificati, o isolare la caldaia condominiale dall'appartamento del moroso? Non è dato saperlo.
Dunque cari condomini prepariamoci, perché la situazione non sembra destinata a cambiare!
Ivan Toscano - Casa & Condominio
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